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Due Porsche 907, quella in versione classica, chiusa, dello svizzero Dominic Martin (n°23) e l'altra in versione "barchetta" del tedesco Hans Dieter Blatzheim. Le 907, a rigore, non erano conformi al regolamento dell'Europeo 2000, ma erano state ammesse lo stesso al campionato riducendo la cilindrata del propulsore da 2200 a 1990 cc. Si trattava d modelli ormai superati (la 907 era stata realizzata nella stagione 1967) e risultava troppo pesante rispetto alle avversarie Lola, Chevron e Abarth, realizzate con le specifiche dell'Euro2000.. Al Mugello si comportarono comunque onorevolmente: Martin chiuse all'11° posto, Blatzheim al 12°. |
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Sull'ultima edizione del Mugello mise una firma indelebile uno dei
piloti più amati dal pubblico toscano: "Nanni" Galli. |
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Grande protagonista della corsa anche il pilota finlandese Leo Kinnunen,
già messosi in grande evidenza con la Porsche alla Targa Florio.
Kinnunen, "prestato" dal Team John Wyer al-l'Abarth per correre
il Mugello, è famoso oltre che per le sue doti di rallysta anche
per essere uno degli ultimi piloti professionisti a non usare il casco
integrale. Considerato alla vigilia un outsider sfiora la clamorosa vittoria
che alla fine gli sfugge per meno di 4". |
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In quegli anni, dopo l'Alfa Romeo, anche la Lancia medita un ritorno
in grande stile alle corse. Dopo i successi nei rallies, la casa di Chivasso
si riaffaccia anche fra i prototipi, per ora in maniera ..."artigianale"
con la cosiddetta "barchetta" FM2. La "F" e la "M"
della sigla sono le iniziali degli ideatori e realizzatori del prototipo:
Cesare Fiorio e Claudio Maglioli, "2" indica che è la
seconda serie, dopo la prima, ancora più spartana, dell'anno prima. |
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Fra le sorprese positive dell'ultima edizione va senz'altro ricordato
Sergio Morando,alias "Pogo" pilota privato che porta la sua
candida Abarth 2000 ad un imprevisto quinto posto assoluto ed alla vittoria
nella classe Sport 2000cc. |
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Il personaggio che chiude la vicenda agonistica del Mugello "stradale" e la consegna agli archivi della storia è un ragazzo di Civenna, in provincia di Como, "Arturio" (sì all'anagrafe si chiama così) Merzario, che tutti però chiamano Arturo. Merzario con una rincorsa disperata brucia sul filo di lana (e dei secondi) il compagno di squadra Kinnunen e diventa il primo e ultimo pilota capace nel dopoguerra di vincere due volte al Mugello e l'unico a eguagliare Giuseppe Campari bissando il successo dell'anno precedente. La prova di Merzario è straordinaria basta pensare che negli ultimi tredici giri sui saliscendi e le curve del Mugello è sempre stato al comando. |
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Fra i grandi delusi dell'ultimo Mugello c'è senz'altro Vic Elford
che, dopo il terzo posto nel 1967 replica la sfortunata prestazione del
1968. Allora aveva distrutto la sua Porsche 910 nelle prove, nell'ultimo
Mugello parte fra i fvoriti ma si ritira prestissimo. Già alla
fine del primo giro la sua Chevron Cosworth, antagonista principale delle
"barchette" Lola nell'Europeo 2000, imbocca, come si vede nella
foto, la corsia dei box. |
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L'ultima impresa, ma non per questo meno importante, la realizza Mauro
Nesti. Il pilota di Bardalone, apparentemente al tramonto di una carriera
che in realtà era solo all'inizio e che sarebbe proseguita mietendo
successi per altri venti e più anni, vince la classe 1000 cc con
la sua Abarth 1000 SP. |