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Dopo oltre trent'anni il Circuito del Mugello per merito di Borracci e Pampaloni torna ad essere disputato sul circuito "grande".
La corsa viene vinta dal romano Gianni Bulgari, pilota per passione che con la sua Porsche 904 color argento mette in fila la concorrenza. La Porsche, in effetti, coniuga perfettamente potenza e agilità che dono doti determinanti in una gara come quella del Mugello. Più maneggevole delle poderose Ferrari GTO e più potente della Alfa Romeo Giulia TZ la 904 di Bulgari vince nettamente la gara disputata su cinuq giri del tracciato.

Il siciliano Angelo Gilibertio con la sua Abarth-Simca 1300 conquistò un bel quarto posto assoluto e vinse la classe Gran Turismo fino a 1300 cc. La "1300" era nata nel 1962 a seguito dell'accordo commer-ciale fra la Fiat e la casa francese. Costruita sul pianale della Simca 1000 ed equipaggia-ta da un motore progettato e costruito dall'Abarth e con la carrozzeria simile a quella dalla "bialbero". Il motore quattro cilindri in linea, alimentato da due carbura-tori doppio corpo Weber e con doppio albero a camme in testa e doppia accensione erogava 127 CV a 7200 giri/min. La "1300" si era da subito dimostrata vincente quando, non ancora omologata, gareggiando nella categoria Sport conquistò il primato in una cronoscalata nel sud della Francia, affidata a Jean Guichet.

Un classico panorama del Mugello. La corsa si disputava su strade in massima parte immerse nella verde campagna e non dotate di guard-rail o altri mezzi atti a ridurre il rischio di uscite di stada.

La GTO '62 di Egidio Nicolosi terminerà la gara ma fuori tempo massimo. Le poderose Ferrari dominatrici nel Mondiale Marche Gran Turismo si dimostrarono vulnerabili sul tortuoso circuito toscano ed alla fine delle cinque iscritte solo quella del napoletano Corrado Ferlaino (futuro presidente del Napoli Calcio ai tempi di Maradona), una GTO '64, concluse la corsa classificandosi al terzo posto.

L'Abarth 747 di Ilfo Minzoni sfreccia davanti al tabellone segnagiri, sul traguardo de bivio di Novoli. Sulla sinistra si riconosce l'inconfondibile sagoma di Amos Pampaloni, Direttore di Corsa.
La "747" era un'auto del 1959 voluta da Carlo Abarth e realizzata modificando il motore della seicento cui le modifiche di Gioachino Colombo (storico progettista di Alfa, Bugatti e Ferrari) arrivò a far erogare 57 CV a 7000 giri/min grazie alla testata bialbero ed alle modifiche alle camere di scoppio. La "747", una volta omologata, non ebbe rivali nel 1959 fino alla modifica del regolamento che aboliva la classe 750.