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Giuseppe Morandi impegnato con la sua OM665 "Superba". La macchina delle Officine Meccaniche bresciane era fra le più robuste ed affidabili auto dell'epoca ed aveva doti di resistenza eccezionali che, unite a prestazioni velocistiche notevoli, la resero una delle protagoniste delle corse di durata. Dotata di un motore a 6 cilindri in linea, di costruzione semplice, con valvole laterali 2000cc, capace di sviluppare circa 60 CV la 665 (6 cilindri 65mm di corsa) si impose nelle principali gare di durata come il Giro di Sicilia (1929,'30 e '31), e la prima edizione dell Mille Miglia, nel 1927, sfiorando anche il successo nella 24 Ore di Le Mans e stabilendo il record di velocità di durata con la percorrenza di 15000 Km a oltre 103 Km/h di media.

Le OM di Morandi (15) e Balestrero (8) festeggiate in Piazza della Repubblica a Firenze.
Il lucchese Balestrero, vincitore del Circuito del Montenero due settimane prima, colse un bel secondo posto sfiorando la vittoria che gli sfuggì solo per una sosta imprevista per rifornirsi d'acqua e benzina nel corso dell'ultimo giro.
Al traguardo Morandi lo precederà di soli 67" il più esiguo vantaggio registrato fino ad allora.

 

 

Il manifesto che pubblicizza il VI Circuito del Mugello (definito Corsa di Prima Categoria) e che annuncia un montepremi di 100.000 lire decisamente elevato per gli standard dell'epoca.

Il mesto ritiro di Ferruccio Zaniratti che spinge la sua Bianchi con il cambio rotto.

Morandi impegnato nella discesa dal Giogo. La sua vittoria maturò solo negli ultimi chilometri di una gara durissima nella quale le OM665 si mostrarono all'altezza della loro fama di auto robuste e affidabili. Al terzo posto, non molto distante si piazzò la Mercedes di Anselmo Cesaroni che, dopo il ritiro nel corso del quarto passaggio di Alfieri Maserati, e i prematuri abbandoni di Giulio Masetti e Gastone Brilli Peri, era rimasta l'unica temibile avversaria per la marca bresciana.