Finisce qui, improvvisamente com'era cominciata,
la storia del "Giro delle Vespe".
Il 9 giugno 1955 si disputa nuovamente il "Trofeo Mario Barsanti"
sul "Piccolo Mugello" dove, quattro giorni prima, è tornato
anche il Circuito automobilistico vinto da Umberto Maglioli.
Quella stagione sarà difficile, difficilissima, tragica, forse la peggiore
della storia dello sport dei motori.
Quattordici giorni prima, a Monza, è scomparso il più grande pilota
italiano del dopoguerra: Alberto Ascari, due volte Campione del Mondo di Formula
1 e due giorni dopo, a Le Mans, durante la 24 Ore si verifica quello che è
probabilmente destinato a restare per sempre il peggior incidente della storia
dell'automobilismo.
La Mercedes del francese Levegh investe un'auto più lenta sul rettifilo
dei box e i rottami, parte del treno anteriore e della carrozzeria, falciano
il pubblico in tribuna. I morti si contano a decine: una tragedia immane, inimmaginabile:
oltre al povero Levegh si piangono 83 vittime i feriti sono centinaia. L'opinione
pubblica è scossa, i governi prendono provvedimenti drastici, la stessa
sopravvivenza degli sport motoristici è seriamente in discussione.
Dieci giorni dopo, infine, si disputa la Milano-Taranto, la "Mille
Miglia delle due ruote" una delle corse più attese e popolari
che richiama sugli oltre 850 Km del percorso milioni di italiani e italiane.
Più che una gara motociclistica è nel tempo diventata, come la
Mille Miglia, una festa popolare. Stavolta però la festa non c'è.
Nella corsa più amata perdono la vita due dei centauri più popolari
in Toscana: il marchigiano Giuseppe Lattanzi e Ermanno Camilletti, che vive
a Foiano della Chiana, entrambi alfieri della Mondial.
Otto mesi prima avevano occupato i primi due posti nella classe 175 al "I
Giro motociclistico della Toscana", organizzato dal quotidiano fiorentino
"La Nazione" .
Assieme a loro, nella stessa gara, muore anche il centauro faentino Angelo Montevecchi.
Sull'onda della reazione alla strage di Le Mans le corse sono congelate in tutta
Europa, e la tragica Milano-Taranto, una delle poche gare rimaste in calendario,
non può che portare acqua al mulino di chi è contrario alle corse.
Fra coloro che scontano le conseguenze di questa situazione c'è Mauro
Nesti che, appena diventato pilota ufficiale della MV Agusta, viene appiedato.
L'orizzonte delle corse automobilistiche e motociclistiche è nero, la
gara di San Piero a Sieve viene annullata.
Il 30 luglio un'altra tragedia segna questo anno nerissimo: a Senigallia mentre
sta provando il circuito nelle prime ore del mattino, muore il forlivese Mario
Preta, uno dei piloti più in vista in quella stagione: oltre che il "Trofeo
Mario Barsanti" sul "Piccolo Mugello" ha infatti vinto anche
ad Imola, Gallarate, Camerino ella prestigiosa corsa in salita Bolzano-Mendola.
Le corse minori non sopravvivono a quel terribile "tsunami" di lutti
e polemiche: l'anno dopo spariscono, oltre alla corsa di San Piero a Sieve,
anche il Mugello, sia automobilistico che motociclistico.
Sopravvive, ancora per un anno, quasi solo la Milano-Taranto; poi, sull'onda
emotiva di un'altra tragedia, quella di Guidizzolo durante la "Mille Miglia"
del '57, anche la maratona motociclistica viene annullata a pochi giorni dal
via per poi sparire per sempre dal calendario.
A San Piero a Sieve le corse tornano solo dodici anni dopo con la gara di Formula
3 valida per il Campionato Italiano, ma su un circuito diverso, più lungo
(5600 metri), che coincide con quello del "Giro delle Vespe" solo
nella sezione di Via Provinciale, percorsa però in senso contrario.
L'anno dopo, esattamente il 16 giugno 1968, è previsto di ospitare sullo
stesso tracciato una gara motociclistica il "Trofeo Bruno Marchi",
valido per la selezione nazionale dei conduttori juniores nelle classi 125,
175, 250 cc e sidecar.
Quattordici anni dopo l'ultima gara del 1954, San Piero aspetta di ospitare
nuovamente le moto quando all'ultimo momento le autorità annullano i
permessi già concessi.
E' l'ultimo atto della storia.
Di corse di moto a San Piero a Sieve non se ne parlerà più, resterà
per sempre il ricordo del "Giro delle Vespe".