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Per due anni, nonostante il successo delle prime due edizioni, a San Piero a Sieve non si corre più.
Non se ne conosce il motivo, ma le moto e gli scooter non sfrecciano per le vie del paese, ma la passione per i motori non è svanita, al contrario, quando le corse tornano, nel giugno 1953, trovano il solito ambiente facile all'entusiasmo.
Cambia la formula stavolta orientata solo alle "moto leggere", ma stavolta nelle cilindrate 125 e 175 cc, che si sfidano sulla distanza di quaranta giri.
Nella cilindrata minore si assiste ad un duello serratissimo fra due fiorentini Mauro Cintolesi, con la Rumi due tempi e Paolo Maranghi con la Mondial.
I due si sfidano sul filo dei secondi e alla fine la spunta Maranghi, il "Campione di San Frediano", che precede l'avversario dopo una serie di sorpassi da brivido.
Le due moto, vicinissime, sembrano sul punto di agganciarsi ad ogni passaggio prima sulla salita di Via Medici, poi alla curva a 180° con la quale via Cafaggio si immette nuovamente sulla Provinciale, ma fortunatamente, quasi seguendo un binario invisibile, i due centauri riescono sempre a scongiurare il contatto anche quando sembra inevitabile.
Alla fine Maranghi la spunta risultando il più veloce nell'intera giornata di gare, più veloce anche del vincitore della classe 175cc e, a dimostrazione di una grandissima prova sua e del suo irriducibile avversario, tutti gli altri concorrenti che tagliano il traguardo saranno classificati ad uno o più giri dal vincitore.
Bella anche la gara delle massime cilindrate nella quale vince uno dei piloti fiorentini più popolari dell'epoca: Sergio Baglioni, detto "Baraccone", con la Gilera.
Ad una ventina di secondi si piazza Carlo Carrani con la MV Agusta che cerca inutilmente di insidiare per tutta la gara il primato dell'avversario ma distacca nettamente il terzo classificato, Sergio Balestrieri ancora con la Gilera, marca di cui è il concessionario per Firenze e provincia.

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Epilogo