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La denominazione corretta è "Coppa Mugello" probabilmente perché l'auspicio è quello di tornare a correre sul circuito conosciuto come "Piccolo Mugello" - per distinguerlo dal classico circuito automobilistico di oltre 60 Km - che si sviluppa per circa 19 Km sul triangolo Barberino - Montecarelli - Ghiereto dove si era gareggiato prima della guerra, per l'esattezza nel 1933.
Quella gara non aveva conosciuto che quella sola edizione, nonostante il circuito, che alternava tratti veloci ad altri molto tortuosi, con saliscendi e cambi di pendenza, fosse l'ideale di ogni motociclista e aveva avuto come grande protagonista un sanpierino, Adolfo Nardi detto "Bubo" all'epoca considerato uno dei migliori motociclisti, e non solo in Toscana.
Nardi, di professione macellaio, si era piazzato terzo nella classe 500cc al "I Gran Premio Città di Firenze", nel 1931, ma sulle strade di casa non aveva avuto fortuna e si era dovuto arrendere al suo grande avversario, Mario Barsanti, finendo fuori dalle prime posizioni.
Barsanti, vinse con la Norton, una delle moto più famose dell'epoca, alla media di quasi 79 Km/h che, considerate le condizioni delle
strade e le caratteristiche del percorso, è da considerare una prestazione eccellente.
Dopo sedici anni, proprio lui, "il Bubo", è fra gli organizzatori della corsa, dalla parte della "Società Sportiva Sanpierina" che collabora con il "Moto Club Firenze".
Si gareggia il 29 giugno, festa di San Pietro e Paolo, e l'evento ( anche se all'epoca nessuno lo chiama così...) prevede due gare distinte: una per le moto "leggere" 125 cc e un'altra riservata agli scooter (o "ruote basse" come li chiamano in gergo) sempre 125 cc.
E' un momento importante nella storia dello sport italiano.
Da cinquantasei giorni è scomparso il Grande Torino, la squadra di calcio che aveva vinto cinque scudetti di fila, forniva dieci undicesimi alla Nazionale e nella quale si identificava la ripresa, faticosa ma serena, dell'Italia ricostruita sulle rovine lasciate dalla guerra.
Diciannove giorni prima Fausto Coppi, dominando la tappa alpina Cuneo-Pinerolo, aveva conquistato la maglia rosa ed il Giro d'Italia. All'arrivo della frazione Fausto aveva rifilato quasi 12' a Bartali e oltre 19' ad Alfredo Martini ed il giorno seguente, da Parigi avrebbe preso il via il Tour de France che, dominato dai ciclisti italiani, avrebbe incoronato Fausto Coppi come il Campionissimo.
La gara delle motoleggere viene vinta da Giuliano Maoggi, specialista delle maratone motociclistiche (vincerà nella stessa classe anche la Milano Taranto) con la MV. La gara è appassionante anche se la vittoria del fiorentino è piuttosto netta. Il pubblico si esalta per gli equilibrismi dei centauri che danno spettacolo anche con gli scooter dove c'è grande attesa per dirimere la questione di quale, fra Lambretta e Vespa sia il mezzo più veloce.
La questione è fondamentale, appassionante perché sono questi i mezzi con i quali gli italiani si confrontano quotidianamente. Si potrebbe dire che si sconfina nella scelta ideologica fra partigiani della Piaggio o della Innocenti, con interminabili discussioni al bar o nelle officine meccaniche, spesso autentici luoghi di ritrovo, discussioni al termine delle quali ognuno resta della sua idea. Quale migliore occasione, allora, per gli appassionati sanpierini di dirimere la questione della superiorità fra Lambretta e Vespa di una corsa per le vie del paese ?
Guardando la classifica si potrebbe pensare ad una gara dominata dalle Lambretta elaborate sapientemente da Vasco Gori nella sua officina del Lungarno Benvenuto Cellini, ma se gli scooter della Innocenti alla fine occupano i primi posti della classifica, la gara era stata incerta fino all'ultimo. All'inizio, infatti, le Vespa di Castellini e Pancani si erano date battaglia e sembravano poter fare corsa per conto proprio, ma prima Pancani era costretto al ritiro, poi Gianni Vasco e Lilio Cipriani, all'inizio forse troppo prudenti, rinvenivano prepotentemente con le loro Lambretta e gli ultimi giri si trasformano in un appassionante testa a testa con le "ruote basse" che rombano fra le mura del paese vecchio sfiorandosi in un susseguirsi di tentativi di sorpasso, riusciti o respinti che lasciano il pubblico senza fiato. Quando manca poco più di un giro alla fine e sembra che Castellini possa mantenere l'esiguo vantaggio la sua Vespa si ferma con il motore rotto, ed anche Gianni Vasco è costretto a cedere il passo a Cipriani che vince precedendo nettamente Gherardi.
Il bilancio della manifestazione è positivo, un successo pieno.
Soprattutto, date anche le condizioni del circuito, nessuno si è fatto male e l'incertezza delle gare, in particolare di quella delle "ruote basse" ha contribuito ad appassionare e divertire il pubblico.

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Epilogo