Il "Giro delle Vespe" ____>>
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Quattro edizioni disputate fra il 1949 e il 1954 ai tempi in cui il motociclismo era uno sport popolare che, come il ciclismo, passava nelle strade di tutti i giorni.
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Di quelle corse è rimasto il curioso nome
che veniva dato al percorso: "Giro delle Vespe".
Si chiamava così perché sul circuito correvano anche gli scooter
che nel dopoguerra erano il mezzo di locomozione più comune e popolare
fra gli italiani di tutte le età, e gli scooter venivano chiamati "Vespe",
dal marchio della Piaggio, indipendentemente da chi li costruisse.
Il "Giro delle Vespe" era un evento completamente e profondamente
"sanpierino".
Completamente perché ogni metro del tracciato era compreso nell'abitato
di San Piero a Sieve, di più, nel suo centro storico. Il traguardo era
situato davanti al sagrato della Chiesa, di fronte alla storica bottega di "Sali
e Tabacchi" dell'Angiolina; da lì, in direzione di Borgo San Lorenzo,
venivano percorsi gli ultimi metri della Via Provinciale all'interno del paese
(a quel tempo le abitazioni terminavano all'altezza di Via del Pignone), poi,
alla fine del viale allora alberato da entrambi i lati, giravano, prima del
ponte sulla Sieve, in Via Calimara, per attraversare Piazza Colonna, salire
per Via Medici, sfrecciare di fronte alla Piazzetta del Comune, passare sotto
l'arco, fra le botteghe del Pastoso e di Ortenzio e ,attraversata Piazzetta
Cambray Digny, imboccare Via dell'Antica Posta e da lì, superata Villa
Adami, prendere d'infilata Via Cafaggio, allora un interminabile rettifilo in
piena campagna, alla fine del quale, affrontata una curva a 180°, veniva
nuovamente imboccata Via Provinciale e infine, percorso qualche altro centinaio
di metri, tagliare il traguardo.
Roba da emozioni forti.
2200 metri in tutto, un tracciato tortuoso, ma veloce, che sfiorava alberi di
tiglio e spigoli medicei e con un fondo stradale che variava dalla strada bianca
di Cafaggio, ai lastroni di pietra del paese vecchio, all'asfalto della Provinciale.
Profondamente sanpierino lo era invece perché il "Giro delle Vespe"
lo si disputava il 29 giugno, ovvero per la Festa di San Pietro e Paolo, quella
del Patrono di San Piero a Sieve e sembrava quasi che la statua di pietra grigio
scura dagli alluci smisurati del portinaio del Paradiso facesse da starter a
quei centauri senza paura.
I motociclisti che si sfidavano in quel tracciato da pelo sullo stomaco avevano
i nomi di Mauro Cintolesi, alfiere della Rumi, moto due tempi che era il sogno
dei giovani di allora, con un motore difficilissimo da mettere a punto, così
particolare e desiderato per quel suo inconfondibile suono, Mauro Nesti che
correva con la MV 175 "Disco Volante", moto che pochi allora osavano
anche solo sognare, caratterizzata dalla forma del serbatoio che la rendeva
unica e inconfondibile, ma c'erano anche i piloti sanpierini che correvano con
gli scooter, la Vespa o la Lambretta, modificate. Aldo Cresci, per esempio,
era uno di loro, per poi passare alla MV.
La corsa era seguita da un pubblico numeroso ed entusiasta, le discussioni,
prima e dopo la gara erano interminabili, ma era soprattutto la passione che
si respirava assieme all'odore del "ricinato" a rendere indimenticabili
quelle corse.
Le foto che ci sono arrivate sono splendide, ci riportano indietro nel tempo
e sono indicative di come, all'epoca, venissero interpretate le corse: uno starter
in camicia bianca, una pressa di paglia appoggiata ad un tronco d'albero per
ridurre i danni di un eventuale impatto e poi via.
Ora una cosa del genere è impossibile anche da concepire, ma allora era
la regola, si correva così non solo a San Piero, ma anche altrove e i
centauri di queste gare strapaesane erano una sorta di circo itinerante che
nell'estate toscana degli anni '50 girava campagne e città portandosi
dietro il fascino irresistibile della velocità e dei motori da corsa.
In quel dopoguerra si corre alle Cascine, alla Consuma, alla Fortezza da basso,
all'Impruneta, i campioni della moto diventano popolari, molti di loro si sfidano
nel Giro della Toscana del '54, una gara di oltre 500 Km, o nella maratona Milano-Taranto,
e conquistano fama nazionale.
A San Piero si muovono fra i primissimi e già nel 1949 si disputa la
prima corsa.