"Pino" Mariella >> <<
"Il Mugello era un percorso che mi piaceva, una volta in prova andai talmente forte che il mio compagno si arrabbiò"

Giuseppe "Pino" Mariella, classe '43, una passione grande per le corse che ancora oggi non gli è passata e che torna fuori prepotente quando si parla di motori.

"Pino" com'erano le corse quando correvi tu?

"Allora era molto diverso da oggi, soprattutto i costi. Se non avevi troppe pretese potevi correre con nulla. Correre, non vincere, perché anche allora contavano i soldi, ma meno di oggi. Cominciai presto, nel '63 con i rallies, per divertirmi. Poi proseguii cominciando anche a correre in salita, prima con la mia macchina una Porsche 356 con cui andavo in giro tutti i giorni, senza modifiche, poi cambiai la marmitta ed un'altro particolare di poca importanza, ma era sempre e comunque una macchina normale, senza assetto, senza elaborazioni eppure mi prendevo qualche soddisfazione (1° di classe alla Castell'Arquato-Vernasca, 2° alla Malegno-Borno, 1° alla Nave-Colle Sant'Eusebio ndR)
Alla fine del '66 mi capitò l'occasione. La Lancia che voleva lanciarsi nelle corse fece un'offerta: una HF 1300 ad un prezzo scontato speciale a patto di impegnarsi a fare almeno dieci gare in salita. Io vendetti la mia Porsche 356 e presi l'HF. Anche questa era una macchina quasi normale e dovevo vedermela con gente che aveva mezzi preparati ai migliori preparatori e non avevo strada. Fu allora che entrai al "Jolly Club" con Roberto Angiolini e la mia carriera cambiò. Da allora guidai sempre macchine del "Jolly" non più mie, decisamente più competitive, preparate da Facetti, e cominciai a correre anche in Formula 3."

Com'era la Formula 3 di allora ?

"Dopo la tragedia di Caserta, le cose erano cambiate, ma anche se molti dei piloti più forti avevano cambiato categoria la competizione era serrata. C'erano Cevert, Jaussaud, Depailler, nomi così. Ti dovevi difendere, ma se vai a vedere ero quasi sempre nei primi dieci con la Bellasi. Poi alla fine ho capito tante cose..."

Quali ?

"Per esempio che nulla viene per caso, che bisogna curare tutti i particolari, che solo così riesci a salire in alto.
Faccio un esempio. L'ultima corsa la disputai nel '69 a Vallelunga
(28/9/1969 Coppa Chevron ndR), quel giorno sulla mia monoposto montarono le Firestone che aveva usato Luigi Petri che era andato a correre all'estero. Erano Firestone, mentre per tutto l'anno avevo sempre montato Goodyear, perchè quelle passava il convento. Bene a Vallelunga ero terzo quando mi dovetti fermare negli ultimissimi giri per problemi, terzo e vicino ai primi, con la stessa macchina con cui di solito finivo, sì nei primi dieci, ma non certo vicino al podio. E cos'era cambiato: solo le gomme...Mi sono domandato cos'avrei fatto se avessi corso tutta la stagione con le Firestone, ma allora era così, a certe cose pensavano solo pochi.
Ora i piloti sono più professionali già in quella categoria, allora c'era molta approssimazione e tanta passione
.
In Formula 3 conobbi Nesti, correva con la Tecno."

E al Mugello ?

"Corsi per la prima volta nel 1966, con la mia Porsche 356 personale. Nella mia categoria (GT1600) c'erano le Lotus Elan, molto più veloci, le Porsche 912. Arrivai in fondo (5° di classe 40° assoluto, la classe fu vinta da Zavagli/Papini su Porsche 912 ndR) ma non ero certo competitivo. L'anno dopo, nel frattempo avevo conosciuto Arturo Merzario, partecipai con lui al Mugello con l'HF 1300. Fu una gara sofferta, i cerchi della nostra Lancia Fulvia si rompevano di continuo (In località la Traversa - riporta la relazione del Dottor Pampaloni alla SARA assicurazioni - addirittura persero una ruota che danneggiò due auto in sosta. ndR) ed alla fine ci ritirammo.
Nel 1968 fu una storia tutta diversa. Avevamo un'HF con un assetto che rendeva lo sterzo durissimo specialmente in discesa. Quell'anno "Lele" Pinto era in lizza per il titolo italiano, così Roberto Angiolini aveva iscritto la Lancia HF che divideva con me come "ruota di scorta" nel caso che "Lele" avesse avuto problemi meccanici con la sua. Roberto mi aveva addirittura ordinato di stare 500 giri sotto al limite, io avevo ubbidito, ma ero andato forte lostesso e lui non ci credeva. Si era arrabbiato e mi accusava di aver "tirato i giri" rischiando di rompere tutto, allora gli risposi che se fossi andato fuori di nuovo ed avessi tirato davvero avrei buttato giù altri venti secondi. Allora s'infuriò e in corsa volle partire per primo, per non rischiare che io forzassi."Lele" Pinto aveva rotto la sua HF e quando si fermò, Angiolini fece salire lui anziché me. Era troppo, mi arrabbiai e lasciai il circuito. Con Roberto poi abbiamo fatto pace, ma quella volta mi fece davvero perdere la pazienza, poi Pinto ruppe anche la nostra HF e quilndi oltretutto fu tutto inutile..."

Un pilota che al Mugello ti impressionò ?

"Senz'altro Merzario. Guarda che è difficile, che un pilota dica di un altro "va forte", quasi impossibile che ammetta "va più forte di me". Io non faccio eccezione, ma dico senz'altro che Arturo aveva qualcosa in più, e non di me soltanto. E' nato per correre in auto, è un istintivo, imparava il percorso senza difficoltà, sapeva improvvisare se necessario. Ricordo che con la nostra HF faceva dei "numeri" incredibili. No, di piloti ne ho visti tanti, tanti campioni, ma nessuno mi ha impressionato come Merzario. Pensa, siamo ancora amici e non tanto tempo fa la Porsche lo aveva invitato a fare un test-drive di un nuovo modello. Bene dopo pochi giri su una pista che non conosceva, con una macchina che non aveva mai guidato, dava secondi ai collaudatori tedeschi ! E sai perché ? Perché era una pista senza via di fughe, con il guard-rail a un metro dal cordolo, una pista vecchia maniera dove conta "il pelo" e allora, con Arturo, non ce n'è per nessuno."

Rimpianti ?

"No, anche se avrei potuto fare di più. Dei vecchi tempi parlo sempre volentieri, ma non è nostalgia, è il piacere di ricordare un periodo piacevole dove ravamo tutti amici. Ma sul serio."